La Frangola detta anche Rhamnus frangula è una pianta arborea, appartenente alla famiglia delle Ramnacee, originaria dell’Europa e dell’Asia. Come la Cascara e il Rabarbaro, anche la frangola contiene glicosidi derivati dall’antracene, antrachinoni e franguline, sostanze che stimolano la muscolatura dell’intestino crasso e favoriscono così la peristalsi, la produzione di muco e lo svuotamento dell’intestino.
A livello del colon inibisce il riassorbimento dell’acqua e dei sali: questo induce la produzione di feci morbide e voluminose incrementando l’effetto lassativo. E’ indicata nella stipsi, quindi è un regolatore delle funzioni intestinali; lassativo, purgativo o colagogo secondo le dosi. La frangola è particolarmente indicata per la stitichezza occasionale, soprattutto di origine nervosa, ma non va utilizzata per più di 8-10 giorni e mai in maniera continuativa soprattutto a dosaggi elevati che possono causare forti dolori addominali, nausea e diarrea.
Come tutte le droghe antrachinoniche chi più, chi meno, può dare assuefazione, aggravare la stitichezza e provocare il colon irritabile, difficile che succeda a bassi dosaggi, ma sono effetti praticamente assicurati utilizzando in modo sconsiderato droghe antrachinoniche più forti come la senna e l’aloe. L’aspetto positivo di questa pianta, rispetto alle altre droghe antrachinoniche, è che ha il dono di ridare tono alle fibre muscolari dell’intestino. Ha un’azione blanda e non dà luogo a fenomeni di accumulo, non provoca la peristalsi in modo esagerato ed è adatto in chi ha usato in precedenza lassativi molto forti dai quali ne è risultata un’inerzia intestinale.
E’ indicata nei casi in cui le feci devono essere molli, in presenza di ragadi anali, di emorroidi e dopo interventi chirurgici rettali. Inoltre non crea assuefazione e non è irritante se non ad alti dosaggi. Da non utilizzare in caso di ulcere e coliti. A dosaggi giusti la frangola è molto sicura.